INFORMAZIONI GRAVIDANZA |
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RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento particolare va
all'autore dell'articolo Francesco De
Seta
Università degli Studi di
Trieste, IRCCS Burlo Garofolo
©
Il Pensiero Scientifico
Editore
LO SVOLGIMENTO DELLA GRAVIDANZA
I sintomi della gravidanza
I primi tre
mesi di vita del feto
La prima visita ostetrica
I test in questo periodo
l’ecografia nei
primi tre mesi di gravidanza e
la translucenza nucale
Il disturbo più comune nel primo
trimestre
Il feto nel secondo trimestre di
gravidanza
Test sono consigliati in questo
periodo
La flussimetria
Villocentesi e amniocentesi
Prevenire la stitichezza
Le modificazioni nell’organismo
materno
Il feto nelle ultime settimane
di gravidanza
Gli esami consigliati in questo
periodo
La gravidanza oltre il termine
La pancia pesa: come prevenire
il mal di schiena
I SINTOMI
La gravidanza iniziale è un
momento importante sotto molti
punti di vista, i primi tre mesi
di gravidanza sono i più
importanti per l'embrione,
perchè in questo periodo gli
organi principali si formano e
la gravidanza è più fragile. Ma
come sapere se si è incinta
oppure no?? Una strana
sensazione di nausea e vomito
sono i sintomi più frequenti di
una gravidanza iniziale, di
solito insorgono precocemente e
sono più frequenti al mattino.
In alcune donne però possono
essere presenti anche durante
l'arco dell'intera giornata. Ma
di sicuro il sintomo tipico è
quando le mestruazioni hanno
qualche giorno di ritardo e
l'umore non è più lo stesso. In
ogni caso è meglio fare un test
6 settimane dopo l'inizio
dell'ultimo ciclo. Attenzione
comunque, perché un ritardo
nelle mestruazioni può avere
altre cause: fatica, uno schok
emotivo, l'arresto recente della
contraccezione orale, un
dimagramento importante oppure
una malattia. In questi casi è
necessario verificare le cause
andando da un ginecologo o
facendo delle analisi. Per
quanto riguarda i test di
gravidanza fatti in casa c'è da
dire che questi test rivelano la
presenza dell'ormone HCG nelle
urine. Affidabili e semplici da
utilizzare, permettono alle più
impazienti di avere un risultato
in pochi minuti! Costano circa
15 euro. Capita che talvolta il
risultato sia negativo anche se
sei incinta perché l'ormone non
è ancora presente in quantità
sufficiente per essere rilevato.
In realtà, il momento tra la
fecondazione e la produzione
dell'ormone HCG varia da una
donna all'altra. In ogni caso è
indispensabile fare praticare il
test in un laboratorio per
permettere di datare con
esattezza l'inizio della
gravidanza e programmare meglio
gli esami e la data del parto.
I PRIMI TRE MESI DI VITA DEL
FETO
Il concepimento è avvenuto e da
questo momento nell’organismo
materno cominciano a verificarsi
dei cambiamenti dovuti agli
effetti di specifici ormoni.
L’embrione si fissa alla parete
dell’utero (che si modifica per
assicurare al feto un ambiente
adatto) con piccole “radici” che
lo collegano alla circolazione
sanguigna materna. Alla fine del
primo mese non è piu lungo di 5
mm, ma il cuore batte già, il
cervello inizia a formarsi e il
sesso è determinato, anche se
ovviamente non si può ancora
vedere con l’ecografia.
A 6-7 settimane il battito del
cuore può essere visto con
l’ecografia e il cervello
dell’embrione inizia a
svilupparsi. Alla fine di questo
periodo, l’embrione è lungo
circa 10 mm. A 8-9 settimane, se
ancora non è stato fatto,
conviene prendere l’appuntamento
per il primo controllo: è
consigliabile non andare oltre
questo periodo. Continua la
formazione di occhi, bocca,
orecchie, mani e piedi, cuore,
polmoni, reni, fegato e
intestino. L’embrione cresce
fino a 22 mm.
Alla dodicesima settimana il
feto è completamente formato e
d’ora in avanti dovrà crescere e
maturare. Il feto si muove, ma i
suoi movimenti non possono
ancora essere avvertiti dalla
mamma. Con gli ultrasuoni si può
auscultare il battito cardiaco:
la sua frequenza è circa il
doppio di quella di un adulto
(120-160 battiti/minuto). Il
feto cresce fino a circa 85 mm e
pesa 25 grammi. Nel corso dei
primi tre mesi, poi, i sintomi
fastidiosi della gravidanza
(nausea, stanchezza, ecc.)
possono migliorare e il rischio
di aborto si riduce.
LA PRIMA VISITA OSTETRICA
La prima visita in gravidanza è
di solito la più lunga e sarebbe
auspicabile la presenza anche
del futuro papà. La maggior
parte del colloquio consiste in
uno scambio di informazioni, in
forma amichevole e disponibile.
È consigliabile eseguire la
prima visita ostetrica appena
diagnosticata la gravidanza,
entro il primo trimestre.
Conviene prepararsi una lista
scritta delle domande che si
desidera sottoporre al
ginecologo. Le visite successive
avranno cadenza mensile. È
preferibile eseguire gli esami
prescritti di volta in volta,
circa a metà fra un controllo e
l’altro, in modo che non siano
troppo “vecchi” o, al contrario,
non si faccia in tempo a
ritirarne il risultato.
In occasione della visita
vengono rilevati:
dati anamnestici: notizie sui
familiari, sulle malattie di cui
ha sofferto la donna in passato,
eventuali interventi chirurgici,
allergie, trasfusioni di sangue,
dati nel contesto ostetrico e
ginecologico;
pressione arteriosa (valori
limite 140/90);
altezza e peso corporeo;
condizioni dello sviluppo
uterino e del suo stato (esame
addominale);
condizioni del collo dell’utero
(esplorazione vaginale e/o
visita con lo speculum);
esame clinico del seno.
Durante la prima visita
ostetrica, poi, si esegue un
Pap-test (esame citologico
cervico-vaginale), se la donna
non vi si è sottoposta nei 36
mesi precedenti. Si compila una
scheda (diario della gravidanza)
e si prescrivono esami e terapie
quando necessarie. La scheda
della gravidanza aggiornata va
sempre portata con sé.
I TEST IN QUESTO PERIODO
All’inizio della gravidanza,
possibilmente entro la
tredicesima settimana, è bene
eseguire alcuni esami, tutti
gratuiti ed effettuati per la
maggior parte attraverso un
prelievo venoso:
Gruppo sanguigno e fattore Rh:
valuta il rischio di
isoimmunizzazione (ossia la
fomazione di anticorpi in
seguito all’esposizione a
sostanze appartenenti alla
stessa specie) per una
successiva gravidanza se per la
donna è Rh negativo e per il
bambino Rh positivo.
Test di Coombs indiretto:
permette di scoprire l’eventuale
presenza di anticorpi
anti-eritrociti, nel sangue
materno. In caso di donne con
gruppo sanguigno Rh negativo a
rischio di immunizzazione, il
test deve essere ripetuto ogni
mese.
Emocromo completo con conteggio
piastrine: emoglobina
(importante per verificare
un’eventuale condizione di
anemia), globuli rossi, globuli
bianchi (un tasso elevato è
indice di infezione).
Glicemia: quantità di glucosio
(zucchero) nel sangue. Valore
limite 95 mg/ml. Ha come scopo
il riconoscimento di
un’eventuale alterazione del
metabolismo glucidico.
TPHA: test sierologico per la
ricerca di anticorpi diretti
verso il Treponema pallidum,
microrganismo responsabile della
sifilide, malattia sessualmente
trasmessa. Se il test è negativo
vuol dire che la donna non è mai
venuta a contatto con il
microrganismo.
Toxo test: è un esame per
accertare la presenza
nell’organismo di anticorpi
antitoxoplasmosi. La
toxoplasmosi è una malattia
infettiva in genere trasmessa
all’uomo da animali (gatti,
canarini, conigli, ecc.); è
pericolosa nel corso della
gravidanza perché può essere
trasmessa al feto,
danneggiandolo.
Rubeo test: è un esame per
verificare la presenza di
anticorpi antirosolia nel
sangue. La vaccinazione
antirosolia va fatta almeno tre
mesi prima di andare incontro ad
una gravidanza.
Test HIV: ricerca di anticorpi
antivirus immunodeficienza
acquisita. L’HIV è l’agente
eziologico dell’AIDS. Questo
test può essere eseguito solo
con il consenso firmato della
paziente.
Esame delle urine: esame
chimico, fisico e microscopico
delle urine (per valutare
l’eventuale presenza di
proteine, glucosio, sedimento,
ecc.). Questo esame serve per
diagnosticare precocemente
un’eventuale infezione urinaria,
che in alcuni casi può causare
l’aborto o il parto pretermine.
Urinocoltura: un esame colturale
delle urine per la ricerca di
germi, che provocano infezioni
urinarie.
Ecografia ostetrica (10a-13a
settimana).
CMV test: ricerca di anticorpi
anticitomegalovirus. Questo test
viene eseguito fino alla 24a
settimana di gestazione.
L'ECOGRAFIA NEI PRIMI TRE
MESI DI GRAVIDANZA E LA
TRANSLUCENZA NUCALE
L’utilizzo dell’ecografia in
ostetricia è ormai da tempo
diffuso, tanto che in Italia si
effettuano tre o più esami
ecografici alla quasi totalità
delle donne gravide: si tratta,
infatti, di un esame ritenuto
esente da rischi. In
particolare, nel primo
trimestre, l’ecografia viene
effettuata per due motivi:
stabilire la datazione della
gravidanza (quindi la data del
concepimento);
constatare l’impianto in sede
normale della camera
gestazionale e della vitalità
dell’embrione, se presente.
Nei primi 2-3 mesi di
gravidanza, con la misurazione
della lunghezza del feto è
possibile valutare se lo
sviluppo del bambino corrisponde
all’epoca di gravidanza valutata
in base alla data dell’ultima
mestruazione. Talvolta questa
data non è ricordata esattamente
oppure le mestruazioni non sono
regolari: un’ecografia eseguita
nei primi tre mesi di gestazione
consente di datare con
precisione l’epoca della
gravidanza.
Dalla fine del secondo mese,
invece, si visualizzano
l’attività pulsatile del cuore e
i movimenti fetali.
La translucenza nucale è
l’immagine ecografica della
plica cutanea nucale, che è
fisiologicamente presente in
tutti i feti nel primo trimestre
di gravidanza nella regione
posteriore del collo. Può essere
misurata, secondo una tecnica
standardizzata, tra l’11a e la
13a settimana di gestazione. Uno
spessore aumentato della plica
nucale può associarsi ad una
maggiore frequenza di anomalie
cromosomiche (in particolare la
sindrome di Down) o ad altri
difetti strutturali del feto. La
misurazione della translucenza
nucale è stata pertanto proposta
come test di screening delle
malformazioni fetali nel primo
trimestre, da sola o in
associazione con i test
biochimici (tri-test).
IL DISTURBO PIU' COMUNE NEL
PRIMO TRIMESTRE
Il disturbo più comune tra le
donne (quasi il 50 per cento
delle donne), in genere nel
primo trimestre di gravidanza, è
la nausea. Qualche volta si
accompagna al vomito, che è più
frequente al mattino e a volte è
causato da una forte
intolleranza nei confronti di
odori e sapori particolari, che
non si sopportano. Un primo
approccio a questo antipatico
disturbo può essere di tipo
dietetico. Una soluzione può
venire dal consumare pasti
piccoli e frequenti, evitando
cibi grassi, pesanti o fritti.
Per esempio: due crackers
integrali, dopo 2-3 ore mezza
mela, dopo 2-3 ore grissini o
l’altra metà della mela, e così
via.
La dieta dev’essere
essenzialmente a base di
cereali, crackers, grissini,
patate lesse o al forno senza
grassi aggiunti, carne magra,
pesce, uova sode, burro in
quantità limitatissime, biscotti
secchi, gelato o budini,
zucchero, marmellate o miele.
Inizialmente, le bevande devono
essere escluse durante i pasti.
Può accadere che la persistenza
e l’aggravamento di questi
sintomi (nausea e vomito) sia
causa di dimagrimento e di
malessere generale, come
disidratazione e astenia
generale, fino ad imporre un
breve ricovero. Questo stato
caratterizzato da vomito
esageratamente insistente, ormai
divenuto patologico, si chiama
iperemesi. In ospedale vengono
effettuati degli esami di
laboratorio per verificare il
benessere materno e viene
controllato il peso corporeo
tenendo conto delle eventuali
modificazioni ponderali. Inoltre
vengono somministrate delle
terapie endovenose (fleboclisi
di soluzioni glucosate associate
a farmaci che prevengono o
alleviano la nausea ed il vomito
- antiemetici) e nutrizionali
(consigli dietetici).
IL FETO NEL SECONDO TRIMESTRE
DI GRAVIDANZA
A 15 settimane (e fino alla 22ma
settimana) il feto cresce
rapidamente. I primi movimenti
fetali vengono avvertiti dalla
mamma all’inizio di questo
periodo se si tratta di una
seconda gravidanza, o alla fine
se si tratta della prima. I
primi movimenti vengono
percepiti come un guizzo di
pesce o un frullio d’ali. In
questo periodo è bene iniziare
un corso di preparazione al
parto o almeno fare esercizi
fisici idonei con regolarità.
Durante l’ecografia è possibile
identificare il sesso del
nascituro. A 22 settimane il
feto pesa circa 350 grammi.
A partire dalla 23ma settimana
(e fino a 30ma) il feto risponde
agli stimoli sonori e tattili.
Deglutisce piccole quantità di
liquido amniotico ed urina nel
sacco amniotico. Può avere il
singhiozzo e si succhia spesso
il pollice. Il suo battito
cardiaco può essere percepito
dal papà, se questi appoggia
l’orecchio nel punto giusto
dell’addome materno. La pelle
del feto è ricoperta da una
sostanza grassa impermeabile che
si chiama “vernice caseosa”, la
cui funzione è proteggere la
cute dal lungo periodo ”in
immersione”. Il feto sente i
rumori attorno a sé anche se
attutiti dal liquido amniotico.
Gradisce la musica, ascolta le
voci e le può riconoscere.
Un consiglio per le future
mamme: attenzione all’aumento
dell’appetito. È importante non
esagerare con l’alimentazione,
soprattutto a partire da quest’epoca.
È consigliabile anche un po’ di
riposo, con le gambe sollevate
(questa posizione aiuta a
ridurre gli edemi declivi, cioè
l'ingrossamento dei piedi e
delle caviglie dovuto
all’aumento di liquido nei
tessuti).
I TEST CONSIGLIATI IN QUESTO
PERIODO
Dopo la prima visita ostetrica,
da eseguire entro il primo
trimestre, le visite successive
avranno cadenza mensile, tranne
che nei casi di persone a
rischio o in presenza di
patologie che possono
compromettere il fisiologico
decorso della gravidanza.
In particolare tra la
quattordicesima e la
diciottesima settimana sono
consigliati:
• Esame delle urine.
• Toxo test: questo esame è
stato già eseguito nel primo
trimestre di gravidanza. Se c’è
stato un risultato negativo, la
donna dovrà prestare maggiore
attenzione ad alcune norme
igieniche quotidiane e ripeterà
il test ogni 30-40 giorni fino
al momento del parto.
•
Rubeo test: anche questo esame
viene eseguito nel primo
trimestre di gravidanza, ma va
ripetuto ogni 30 giorni fino
alla 22ma settimana se il
risultato del primo test è stato
negativo.
• Test di Coombs indiretto, se
la donna è Rh negativo.
Tra la 19ma e la 23ma settimana
è bene ripetere l’esame delle
urine e un’ecografia ostetrica
lunga o morfologica (20ma-21ma
settimana), che ha lo scopo di
individuare eventuali
malformazioni del feto.
LA FLUSSIMETRIA
Gli ultrasuoni utilizzati con la
tecnica del Doppler offrono la
possibilita di valutare il
flusso di sangue nei vasi fetali
e uterini. Questa metodica
prende il nome di flussimetria
Doppler e consente, a partire
dalla 20ma settimana di
gravidanza, di calcolare la
velocità del flusso sanguigno
che va dal feto alla placenta e
viceversa e il flusso di sangue
materno verso l’utero. Le
alterazioni di questi flussi
(aumentate resistenze vascolari,
che causano minor quantità di
sangue alla placenta) portano ad
una sofferenza fetale cronica la
cui conseguenza è spesso la
ritardata crescita intrauterina
del prodotto del concepimento.
VILLOCENTASI E AMNIOCENTASI
Con il progredire dell’età della
donna aumenta il rischio di
generare un figlio con trisomia
del cromosoma 21 (sindrome di
Down). Intorno al 35mo anno
d’età della donna, il rischio di
un figlio con sindrome di Down è
circa corrispondente a quello
medio della popolazione generale
(rischio 1:378). Pertanto solo
quando l’età della donna è al di
sopra del 35mo anno viene
riconosciuto un rischio
“aumentato” rispetto a quello
della popolazione generale. La
maggior parte delle analisi
cromosomiche prenatali, quindi,
è rivolta a gestanti d’età
superiore ai 35 anni. Ciò non
significa che al di sotto di
quest’età il rischio sia “nullo
o trascurabile”. Tuttavia,
poiché il rischio legato all’età
materna è ridotto nelle gestanti
d’età inferiore ai 35 anni,
molti medici sconsigliano di
ricorrere routinariamente alla
diagnosi prenatale su cellule
fetali (amniocentesi o
villocentesi) al di sotto di
questa fascia d’eta. È
opportuno, invece, ricorrervi
nei casi particolari in cui
esista una familiarità per
patologie cromosomiche.
Ma in cosa consistono questi
esami? Intorno alla 10ma-11ma
settimana è possibile eseguire
la villocentesi, che consiste
nel prelevare (per via
addominale o trans-cervicale)
pochi milligrammi di tessuto
dalla placenta in fase di
formazione per eseguire colture
cellulari per la mappa
cromosomica. L’esito dell’esame
giunge in due tempi: il primo
dopo circa una settimana e il
definitivo dopo tre settimane.
Cio consente, in caso di
alterazioni cromosomiche
importanti, di effettuare
un’interruzione della gravidanza
in un periodo ancora precoce.
Intorno alla 16a settimana si
può eseguire l’amniocentesi, che
consiste nel prelevare, mediante
un agoaspirato attraverso
l’addome materno, pochi
millilitri di liquido amniotico
(circa 20 ml). Il liquido
contiene cellule fetali di
sfaldamento utili per la
coltura. La procedura è eseguita
sotto controllo ecografico; non
è dolorosa, e non comporta
particolari difficoltà tecniche.
L’esito si ha dopo circa tre
settimane e quindi, in caso di
alterazioni cromosomiche
importanti, eventuali
interruzioni della gravidanza
potranno essere eseguite intorno
alla 19ma-20ma settimana.
PREVENIRE LA STITICHEZZA
La causa di stitichezza in
gravidanza è la presenza di
grandi quantità di ormoni
(progesterone) che determinano
una diminuzione del tono della
muscolatura intestinale,
rallentando così l’attività
muscolare che provvede a
trasportare e poi ad espellere
le feci (peristalsi).
Una buona prevenzione si può
attuare seguendo alcuni semplici
consigli:
• Masticare a lungo gli
alimenti;
• Bere almeno due litri d’ acqua
al giorno, meglio se a
temperatura ambiente;
• Assumere cibi integrali e
cereali (riso integrale, orzo,
avena, mais, granoturco, pane
nero, crusca, ecc.);
• Introdurre fibre (ananas,
albicocche, lattuga, zucca,
radici);
• Non lasciare la tavola con la
sensazione di sazietà;
• Bere un cucchiaio di olio
d'oliva prima dei pasti;
• Alimentarsi soprattutto la
mattina e a mezzogiorno, e
consumare una cena leggera;
• Mangiare la frutta (prugne o
mele cotte) tra un pasto e
l’altro, piuttosto che alla fine
dei pasti;
• Fare uso di verdure cotte;
• Evitare di mangiare in piedi;
• Evitare i cibi salati;
• Limitare il latte e i
latticini perché, fermentando,
producono gas e vanno ad
alterare la motilità
intestinale;
• Avvertendo lo stimolo alla
defecazione, non ritardare
l’evacuazione;
• Dedicare del tempo ad
un’attività fisica moderata ma
costante.
LE MODIFICAZIONI
NELL'ORGANISMO MATERNO
La gravidanza comporta una serie
di modificazioni a carico
dell’organismo materno,
cambiamenti che nell’ultimo
trimestre di gravidanza sono
maggiormente evidenti.
L’utero, inizialmente lungo 6-7
cm, a termine di gravidanza
misura circa 30 cm; anche il
peso si modifica in proporzione,
passando dai 50-60 grammi prima
della gravidanza a 1000-1500
grammi a termine (ha una
capacità di 500-1000 volte
maggiore). Il bambino infatti,
durante la sua crescita
fisiologica, ha bisogno di uno
spazio adeguato.
La cervice, a gravidanza
avanzata, in risposta alle
aumentate contrazioni
preparatorie indolori
(contrazioni di Braxton Hicks),
va incontro ad un processo di
“maturazione”, diventa più molle
e di consistenza pastosa.
Nel terzo trimestre, poi,
compare spesso un certo grado di
apatia, svogliatezza,
affaticamento; la donna tende a
fare maggior affidamento sul
marito o sui familiari nello
svolgimento delle varie
incombenze domestiche e nel
prendere decisioni. Nelle ultime
settimane, talvolta, ricompare
l’ansia soprattutto nei
confronti del parto.
IL FETO NELLE ULTIME
SETTIMANE DI GRAVIDANZA
Dopo la 24ma settimana il feto è
“vitale”, cioè ha probabilità di
sopravvivenza in caso di parto
prematuro. Alla 30ma settimana
la lunghezza dalla testa al
podice è di circa 24 cm. Il peso
è di circa 1400 grammi. Per chi
lavora occorre ora redigere il
certificato d’astensione
obbligatoria dal lavoro
(riguarda il tempo che
intercorre tra i due mesi che
precedono la presunta data del
parto e i tre mesi successivi
alla nascita del bambino; in
alternativa, e su precisa
certificazione ostetrica, la
futura mamma può astenersi
dall'attività lavorativa anche
da un mese prima a quattro mesi
dopo il parto).
Dalla 31ma alla 36ma settimana
il feto può già mettersi in
posizione, a testa in giù.
Tuttavia, se podalico, può
sempre girarsi spontaneamente
anche nelle ultime settimane. È
importante controllare che il
feto si muova (minimo 10
movimenti dalla mattina alla
sera, ma solitamente sono molti
di più), che le contrazioni non
diventino frequenti o dolorose,
e che non vi siano perdite di
liquido amniotico dalla vagina.
All’inizio del nono mese il feto
compie i primi movimenti
respiratori anche se nei suoi
polmoni non c’è aria. Se la
testa del bambino scende nella
pelvi (di solito dopo la 38ma
settimana), anche la pancia
della mamma si “abbassa”. Alla
40ma settimana il bambino è
lungo circa 50 cm e pesa,
mediamente, 3500 grammi.
GLI ESAMI CONSIGLIATI IN
QUESTO PERIODO
Nell’ultimo trimestre di
gravidanza andrebbero effettuati
i seguenti esami:
•
Esame delle urine (tra la 24ma e
la 27ma, tra la 28ma e la 32ma e
tra la 38ma e la 40ma
settimana).
•
A 24 settimane si consiglia di
eseguire la curva glicemica
breve, che consiste in: prelievo
di base (con valutazione della
glicemia a digiuno), assunzione
di 50 grammi di glucosio diluiti
in acqua e secondo prelievo a
distanza di un’ora (con
valutazione della glicemia). La
curva breve è alterata quando i
valori sono superiori a 95-140
mg/dl. Questo test serve per
diagnosticare precocemente uno
stato di intolleranza agli
zuccheri o il diabete
gestazionale.
•
Ecografia ostetrica (alla 30-32a
settimana, intorno alla 34-36
settimana, a discrezione del
proprio ginecologo, e tra la
40ma e la 41ma settimana).
•
Emocromo (tra la 28ma e la 32ma
e tra la 33ma e la 37ma
settimana).
•
HbsAg: ricerca dell’antigene del
virus epatite B (tra la 33ma e
la 37ma settimana).
•
Anti HCV: ricerca di anticorpi
per il virus dell'epatite C (tra
la 33ma e la 37ma settimana).
•
Ricerca per streptococco gruppo
B (GBS): tampone vaginale e
rettale tra la 35ma e la 37ma
settimana per ricerca dello
streptococco ß-emolitico di
gruppo B (GBS). L’eventuale
positività va trattata mediante
una profilassi antibiotica al
momento del travaglio di parto,
per prevenire le infezioni
neonatali da GBS. L’infezione da
streptococco ß-emolitico di
gruppo B rappresenta
un’importante causa di morbosità
e mortalità neonatale. Dal 10 al
30 per cento delle donne in
gravidanza risulta colonizzato
da GBS a livello vaginale o
intestinale in maniera
asintomatica. La trasmissione
verticale avviene
prevalentemente al momento del
travaglio e del parto.
•
Cardiotocografia (NST) tra la
40ma e la 41ma settimana: test
per monitorare il battito
cardiaco del bambino e
l’attività contrattile della
muscolatura uterina. Tale
registrazione è possibile
tramite l'applicazione di due
trasduttori sull'addome materno
e permette di valutare lo stato
di benessere fetale e la
presenza o meno di contrazioni
uterine. Va eseguito a giorni
alterni fino a 42 settimane.
Se la donna non partorisce entro
le 42 settimane di gestazione,
prenderà appuntamento per un
ricovero ordinario per
un’eventuale induzione. In
alcuni centri viene tuttora
attuata una politica di attesa
vigile (controlli clinici e
strumentali periodici) e perciò
non s’induce il travaglio.
LA GRAVIDANZA OLTRE IL
TERMINE
Il protrarsi della gestazione
oltre la data prevista per il
parto è un fenomeno comune. Nel
10 per cento circa delle
gravidanze si superano le 42
settimane di gestazione; si
parla in questo caso di
gravidanza protratta. I rischi
per la mamma e per il bambino
possono essere in questo caso
lievemente maggiori:
• La struttura della placenta può
invecchiare e non essere più in
grado di soddisfare le richieste
fetali.
• Il liquido amniotico tende a
diminuire perché prodotto in
quantità minore.
• Il bambino continua a crescere e
può diventare più grande della
norma e creare problemi al
momento del parto.
Per tali ragioni, allo scadere
delle 40 settimane si attua un
monitoraggio più stretto del
benessere materno-fetale tramite
tracciato cardiotocografico o
CTG, ecografia e visite
ostetriche ravvicinate. Allo
scadere delle 42 settimane, poi,
si preferisce indurre
farmacologicamente il travaglio
tramite l’applicazione di
prostaglandine a livello della
cervice o vagina.
LA PANCIA PESA: COME
PREVENIRE IL MAL DI SCHIENA
Il mal di schiena è la
conseguenza della nuova
posizione che le gravide tendono
ad assumere a partire dalla
22ma-24ma settimana di
gestazione a causa dell’aumento
di volume dell’utero. La donna
tende sempre più ad assumere una
postura con le spalle
all’indietro (lordosi della
colonna vertebrale). Tutto il
carico sulla colonna si modifica
e le articolazioni e i legamenti
si schiacciano. A volte il mal
di schiena può essere
accompagnato anche da dolore da
compressione del nervo sciatico
che si irradia ai glutei e alle
gambe (sciatalgia). Quindi per
prevenire il mal di schiena
sarebbe bene:
• Riposare su un letto con fondo
sufficientemente rigido;
• Evitare di incavare la schiena
quando si sta in piedi;
• Astenersi dal sollevare pesi
eccessivi;
• Usare scarpe a pianta larga e
tacco basso;
• Dovendo stare sedute, non
incurvare mai la schiena ma
appoggiarla bene allo schienale;
• Dovendo flettersi per
raccogliere qualcosa, piegare le
ginocchia e non la schiena.
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