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INFORMAZIONI GRAVIDANZA


RINGRAZIAMENTI
Un ringraziamento particolare va all'autore dell'articolo Francesco De Seta
Università degli Studi di Trieste, IRCCS Burlo Garofolo
© Il Pensiero Scientifico Editore

LO SVOLGIMENTO DELLA GRAVIDANZA
I sintomi della gravidanza
I primi tre mesi di vita del feto
La prima visita ostetrica
I test in questo periodo
l’ecografia nei primi tre mesi di gravidanza e la translucenza nucale
Il disturbo più comune nel primo trimestre
Il feto nel secondo trimestre di gravidanza
Test sono consigliati in questo periodo
La flussimetria
Villocentesi e amniocentesi
Prevenire la stitichezza
Le modificazioni nell’organismo materno
Il feto nelle ultime settimane di gravidanza
Gli esami consigliati in questo periodo
La gravidanza oltre il termine
La pancia pesa: come prevenire il mal di schiena

I SINTOMI
La gravidanza iniziale è un momento importante sotto molti punti di vista, i primi tre mesi di gravidanza sono i più importanti per l'embrione, perchè in questo periodo gli organi principali si formano e la gravidanza è più fragile. Ma come sapere se si è incinta oppure no?? Una strana sensazione di nausea e vomito sono i sintomi più frequenti di una gravidanza iniziale, di solito insorgono precocemente e sono più frequenti al mattino. In alcune donne però possono essere presenti anche durante l'arco dell'intera giornata. Ma di sicuro il sintomo tipico è quando le mestruazioni hanno qualche giorno di ritardo e l'umore non è più lo stesso. In ogni caso è meglio fare un test 6 settimane dopo l'inizio dell'ultimo ciclo. Attenzione comunque, perché un ritardo nelle mestruazioni può avere altre cause: fatica, uno schok emotivo, l'arresto recente della contraccezione orale, un dimagramento importante oppure una malattia. In questi casi è necessario verificare le cause andando da un ginecologo o facendo delle analisi. Per quanto riguarda i test di gravidanza fatti in casa c'è da dire che questi test rivelano la presenza dell'ormone HCG nelle urine. Affidabili e semplici da utilizzare, permettono alle più impazienti di avere un risultato in pochi minuti! Costano circa 15 euro. Capita che talvolta il risultato sia negativo anche se sei incinta perché l'ormone non è ancora presente in quantità sufficiente per essere rilevato. In realtà, il momento tra la fecondazione e la produzione dell'ormone HCG varia da una donna all'altra. In ogni caso è indispensabile fare praticare il test in un laboratorio per permettere di datare con esattezza l'inizio della gravidanza e programmare meglio gli esami e la data del parto.

I PRIMI TRE MESI DI VITA DEL FETO
Il concepimento è avvenuto e da questo momento nell’organismo materno cominciano a verificarsi dei cambiamenti dovuti agli effetti di specifici ormoni. L’embrione si fissa alla parete dell’utero (che si modifica per assicurare al feto un ambiente adatto) con piccole “radici” che lo collegano alla circolazione sanguigna materna. Alla fine del primo mese non è piu lungo di 5 mm, ma il cuore batte già, il cervello inizia a formarsi e il sesso è determinato, anche se ovviamente non si può ancora vedere con l’ecografia.
A 6-7 settimane il battito del cuore può essere visto con l’ecografia e il cervello dell’embrione inizia a svilupparsi. Alla fine di questo periodo, l’embrione è lungo circa 10 mm. A 8-9 settimane, se ancora non è stato fatto, conviene prendere l’appuntamento per il primo controllo: è consigliabile non andare oltre questo periodo. Continua la formazione di occhi, bocca, orecchie, mani e piedi, cuore, polmoni, reni, fegato e intestino. L’embrione cresce fino a 22 mm. Alla dodicesima settimana il feto è completamente formato e d’ora in avanti dovrà crescere e maturare. Il feto si muove, ma i suoi movimenti non possono ancora essere avvertiti dalla mamma. Con gli ultrasuoni si può auscultare il battito cardiaco: la sua frequenza è circa il doppio di quella di un adulto (120-160 battiti/minuto). Il feto cresce fino a circa 85 mm e pesa 25 grammi. Nel corso dei primi tre mesi, poi, i sintomi fastidiosi della gravidanza (nausea, stanchezza, ecc.) possono migliorare e il rischio di aborto si riduce.

LA PRIMA VISITA OSTETRICA
La prima visita in gravidanza è di solito la più lunga e sarebbe auspicabile la presenza anche del futuro papà. La maggior parte del colloquio consiste in uno scambio di informazioni, in forma amichevole e disponibile. È consigliabile eseguire la prima visita ostetrica appena diagnosticata la gravidanza, entro il primo trimestre. Conviene prepararsi una lista scritta delle domande che si desidera sottoporre al ginecologo. Le visite successive avranno cadenza mensile. È preferibile eseguire gli esami prescritti di volta in volta, circa a metà fra un controllo e l’altro, in modo che non siano troppo “vecchi” o, al contrario, non si faccia in tempo a ritirarne il risultato.
In occasione della visita vengono rilevati:
dati anamnestici: notizie sui familiari, sulle malattie di cui ha sofferto la donna in passato, eventuali interventi chirurgici, allergie, trasfusioni di sangue, dati nel contesto ostetrico e ginecologico;
pressione arteriosa (valori limite 140/90);
altezza e peso corporeo;
condizioni dello sviluppo uterino e del suo stato (esame addominale);
condizioni del collo dell’utero (esplorazione vaginale e/o visita con lo speculum);
esame clinico del seno.
Durante la prima visita ostetrica, poi, si esegue un Pap-test (esame citologico cervico-vaginale), se la donna non vi si è sottoposta nei 36 mesi precedenti. Si compila una scheda (diario della gravidanza) e si prescrivono esami e terapie quando necessarie. La scheda della gravidanza aggiornata va sempre portata con sé.

I TEST IN QUESTO PERIODO
All’inizio della gravidanza, possibilmente entro la tredicesima settimana, è bene eseguire alcuni esami, tutti gratuiti ed effettuati per la maggior parte attraverso un prelievo venoso:
Gruppo sanguigno e fattore Rh: valuta il rischio di isoimmunizzazione (ossia la fomazione di anticorpi in seguito all’esposizione a sostanze appartenenti alla stessa specie) per una successiva gravidanza se per la donna è Rh negativo e per il bambino Rh positivo.
Test di Coombs indiretto: permette di scoprire l’eventuale presenza di anticorpi anti-eritrociti, nel sangue materno. In caso di donne con gruppo sanguigno Rh negativo a rischio di immunizzazione, il test deve essere ripetuto ogni mese.
Emocromo completo con conteggio piastrine: emoglobina (importante per verificare un’eventuale condizione di anemia), globuli rossi, globuli bianchi (un tasso elevato è indice di infezione).
Glicemia: quantità di glucosio (zucchero) nel sangue. Valore limite 95 mg/ml. Ha come scopo il riconoscimento di un’eventuale alterazione del metabolismo glucidico.
TPHA: test sierologico per la ricerca di anticorpi diretti verso il Treponema pallidum, microrganismo responsabile della sifilide, malattia sessualmente trasmessa. Se il test è negativo vuol dire che la donna non è mai venuta a contatto con il microrganismo.
Toxo test: è un esame per accertare la presenza nell’organismo di anticorpi antitoxoplasmosi. La toxoplasmosi è una malattia infettiva in genere trasmessa all’uomo da animali (gatti, canarini, conigli, ecc.); è pericolosa nel corso della gravidanza perché può essere trasmessa al feto, danneggiandolo.
Rubeo test: è un esame per verificare la presenza di anticorpi antirosolia nel sangue. La vaccinazione antirosolia va fatta almeno tre mesi prima di andare incontro ad una gravidanza.
Test HIV: ricerca di anticorpi antivirus immunodeficienza acquisita. L’HIV è l’agente eziologico dell’AIDS. Questo test può essere eseguito solo con il consenso firmato della paziente.
Esame delle urine: esame chimico, fisico e microscopico delle urine (per valutare l’eventuale presenza di proteine, glucosio, sedimento, ecc.). Questo esame serve per diagnosticare precocemente un’eventuale infezione urinaria, che in alcuni casi può causare l’aborto o il parto pretermine.
Urinocoltura: un esame colturale delle urine per la ricerca di germi, che provocano infezioni urinarie.
Ecografia ostetrica (10a-13a settimana).
CMV test: ricerca di anticorpi anticitomegalovirus. Questo test viene eseguito fino alla 24a settimana di gestazione.

L'ECOGRAFIA NEI PRIMI TRE MESI DI GRAVIDANZA E LA TRANSLUCENZA NUCALE
L’utilizzo dell’ecografia in ostetricia è ormai da tempo diffuso, tanto che in Italia si effettuano tre o più esami ecografici alla quasi totalità delle donne gravide: si tratta, infatti, di un esame ritenuto esente da rischi. In particolare, nel primo trimestre, l’ecografia viene effettuata per due motivi:
stabilire la datazione della gravidanza (quindi la data del concepimento);
constatare l’impianto in sede normale della camera gestazionale e della vitalità dell’embrione, se presente.
Nei primi 2-3 mesi di gravidanza, con la misurazione della lunghezza del feto è possibile valutare se lo sviluppo del bambino corrisponde all’epoca di gravidanza valutata in base alla data dell’ultima mestruazione. Talvolta questa data non è ricordata esattamente oppure le mestruazioni non sono regolari: un’ecografia eseguita nei primi tre mesi di gestazione consente di datare con precisione l’epoca della gravidanza.
Dalla fine del secondo mese, invece, si visualizzano l’attività pulsatile del cuore e i movimenti fetali.
La translucenza nucale è l’immagine ecografica della plica cutanea nucale, che è fisiologicamente presente in tutti i feti nel primo trimestre di gravidanza nella regione posteriore del collo. Può essere misurata, secondo una tecnica standardizzata, tra l’11a e la 13a settimana di gestazione. Uno spessore aumentato della plica nucale può associarsi ad una maggiore frequenza di anomalie cromosomiche (in particolare la sindrome di Down) o ad altri difetti strutturali del feto. La misurazione della translucenza nucale è stata pertanto proposta come test di screening delle malformazioni fetali nel primo trimestre, da sola o in associazione con i test biochimici (tri-test).

IL DISTURBO PIU' COMUNE NEL PRIMO TRIMESTRE
Il disturbo più comune tra le donne (quasi il 50 per cento delle donne), in genere nel primo trimestre di gravidanza, è la nausea. Qualche volta si accompagna al vomito, che è più frequente al mattino e a volte è causato da una forte intolleranza nei confronti di odori e sapori particolari, che non si sopportano. Un primo approccio a questo antipatico disturbo può essere di tipo dietetico. Una soluzione può venire dal consumare pasti piccoli e frequenti, evitando cibi grassi, pesanti o fritti. Per esempio: due crackers integrali, dopo 2-3 ore mezza mela, dopo 2-3 ore grissini o l’altra metà della mela, e così via.
La dieta dev’essere essenzialmente a base di cereali, crackers, grissini, patate lesse o al forno senza grassi aggiunti, carne magra, pesce, uova sode, burro in quantità limitatissime, biscotti secchi, gelato o budini, zucchero, marmellate o miele. Inizialmente, le bevande devono essere escluse durante i pasti. Può accadere che la persistenza e l’aggravamento di questi sintomi (nausea e vomito) sia causa di dimagrimento e di malessere generale, come disidratazione e astenia generale, fino ad imporre un breve ricovero. Questo stato caratterizzato da vomito esageratamente insistente, ormai divenuto patologico, si chiama iperemesi. In ospedale vengono effettuati degli esami di laboratorio per verificare il benessere materno e viene controllato il peso corporeo tenendo conto delle eventuali modificazioni ponderali. Inoltre vengono somministrate delle terapie endovenose (fleboclisi di soluzioni glucosate associate a farmaci che prevengono o alleviano la nausea ed il vomito - antiemetici) e nutrizionali (consigli dietetici).

IL FETO NEL SECONDO TRIMESTRE DI GRAVIDANZA
A 15 settimane (e fino alla 22ma settimana) il feto cresce rapidamente. I primi movimenti fetali vengono avvertiti dalla mamma all’inizio di questo periodo se si tratta di una seconda gravidanza, o alla fine se si tratta della prima. I primi movimenti vengono percepiti come un guizzo di pesce o un frullio d’ali. In questo periodo è bene iniziare un corso di preparazione al parto o almeno fare esercizi fisici idonei con regolarità. Durante l’ecografia è possibile identificare il sesso del nascituro. A 22 settimane il feto pesa circa 350 grammi.
A partire dalla 23ma settimana (e fino a 30ma) il feto risponde agli stimoli sonori e tattili. Deglutisce piccole quantità di liquido amniotico ed urina nel sacco amniotico. Può avere il singhiozzo e si succhia spesso il pollice. Il suo battito cardiaco può essere percepito dal papà, se questi appoggia l’orecchio nel punto giusto dell’addome materno. La pelle del feto è ricoperta da una sostanza grassa impermeabile che si chiama “vernice caseosa”, la cui funzione è proteggere la cute dal lungo periodo ”in immersione”. Il feto sente i rumori attorno a sé anche se attutiti dal liquido amniotico. Gradisce la musica, ascolta le voci e le può riconoscere.
Un consiglio per le future mamme: attenzione all’aumento dell’appetito. È importante non esagerare con l’alimentazione, soprattutto a partire da quest’epoca. È consigliabile anche un po’ di riposo, con le gambe sollevate (questa posizione aiuta a ridurre gli edemi declivi, cioè l'ingrossamento dei piedi e delle caviglie dovuto all’aumento di liquido nei tessuti).

I TEST CONSIGLIATI IN QUESTO PERIODO
Dopo la prima visita ostetrica, da eseguire entro il primo trimestre, le visite successive avranno cadenza mensile, tranne che nei casi di persone a rischio o in presenza di patologie che possono compromettere il fisiologico decorso della gravidanza.
In particolare tra la quattordicesima e la diciottesima settimana sono consigliati:
• Esame delle urine.
• Toxo test: questo esame è stato già eseguito nel primo trimestre di gravidanza. Se c’è stato un risultato negativo, la donna dovrà prestare maggiore attenzione ad alcune norme igieniche quotidiane e ripeterà il test ogni 30-40 giorni fino al momento del parto.
• Rubeo test: anche questo esame viene eseguito nel primo trimestre di gravidanza, ma va ripetuto ogni 30 giorni fino alla 22ma settimana se il risultato del primo test è stato negativo.
• Test di Coombs indiretto, se la donna è Rh negativo.
Tra la 19ma e la 23ma settimana è bene ripetere l’esame delle urine e un’ecografia ostetrica lunga o morfologica (20ma-21ma settimana), che ha lo scopo di individuare eventuali malformazioni del feto.

LA FLUSSIMETRIA
Gli ultrasuoni utilizzati con la tecnica del Doppler offrono la possibilita di valutare il flusso di sangue nei vasi fetali e uterini. Questa metodica prende il nome di flussimetria Doppler e consente, a partire dalla 20ma settimana di gravidanza, di calcolare la velocità del flusso sanguigno che va dal feto alla placenta e viceversa e il flusso di sangue materno verso l’utero. Le alterazioni di questi flussi (aumentate resistenze vascolari, che causano minor quantità di sangue alla placenta) portano ad una sofferenza fetale cronica la cui conseguenza è spesso la ritardata crescita intrauterina del prodotto del concepimento.

VILLOCENTASI E AMNIOCENTASI
Con il progredire dell’età della donna aumenta il rischio di generare un figlio con trisomia del cromosoma 21 (sindrome di Down). Intorno al 35mo anno d’età della donna, il rischio di un figlio con sindrome di Down è circa corrispondente a quello medio della popolazione generale (rischio 1:378). Pertanto solo quando l’età della donna è al di sopra del 35mo anno viene riconosciuto un rischio “aumentato” rispetto a quello della popolazione generale. La maggior parte delle analisi cromosomiche prenatali, quindi, è rivolta a gestanti d’età superiore ai 35 anni. Ciò non significa che al di sotto di quest’età il rischio sia “nullo o trascurabile”. Tuttavia, poiché il rischio legato all’età materna è ridotto nelle gestanti d’età inferiore ai 35 anni, molti medici sconsigliano di ricorrere routinariamente alla diagnosi prenatale su cellule fetali (amniocentesi o villocentesi) al di sotto di questa fascia d’eta. È opportuno, invece, ricorrervi nei casi particolari in cui esista una familiarità per patologie cromosomiche.
Ma in cosa consistono questi esami? Intorno alla 10ma-11ma settimana è possibile eseguire la villocentesi, che consiste nel prelevare (per via addominale o trans-cervicale) pochi milligrammi di tessuto dalla placenta in fase di formazione per eseguire colture cellulari per la mappa cromosomica. L’esito dell’esame giunge in due tempi: il primo dopo circa una settimana e il definitivo dopo tre settimane. Cio consente, in caso di alterazioni cromosomiche importanti, di effettuare un’interruzione della gravidanza in un periodo ancora precoce. Intorno alla 16a settimana si può eseguire l’amniocentesi, che consiste nel prelevare, mediante un agoaspirato attraverso l’addome materno, pochi millilitri di liquido amniotico (circa 20 ml). Il liquido contiene cellule fetali di sfaldamento utili per la coltura. La procedura è eseguita sotto controllo ecografico; non è dolorosa, e non comporta particolari difficoltà tecniche. L’esito si ha dopo circa tre settimane e quindi, in caso di alterazioni cromosomiche importanti, eventuali interruzioni della gravidanza potranno essere eseguite intorno alla 19ma-20ma settimana.

PREVENIRE LA STITICHEZZA
La causa di stitichezza in gravidanza è la presenza di grandi quantità di ormoni (progesterone) che determinano una diminuzione del tono della muscolatura intestinale, rallentando così l’attività muscolare che provvede a trasportare e poi ad espellere le feci (peristalsi).
Una buona prevenzione si può attuare seguendo alcuni semplici consigli:
• Masticare a lungo gli alimenti;
• Bere almeno due litri d’ acqua al giorno, meglio se a temperatura ambiente;
• Assumere cibi integrali e cereali (riso integrale, orzo, avena, mais, granoturco, pane nero, crusca, ecc.);
• Introdurre fibre (ananas, albicocche, lattuga, zucca, radici);
• Non lasciare la tavola con la sensazione di sazietà;
• Bere un cucchiaio di olio d'oliva prima dei pasti;
• Alimentarsi soprattutto la mattina e a mezzogiorno, e consumare una cena leggera;
• Mangiare la frutta (prugne o mele cotte) tra un pasto e l’altro, piuttosto che alla fine dei pasti;
• Fare uso di verdure cotte;
• Evitare di mangiare in piedi;
• Evitare i cibi salati;
• Limitare il latte e i latticini perché, fermentando, producono gas e vanno ad alterare la motilità intestinale;
• Avvertendo lo stimolo alla defecazione, non ritardare l’evacuazione;
• Dedicare del tempo ad un’attività fisica moderata ma costante.

LE MODIFICAZIONI NELL'ORGANISMO MATERNO
La gravidanza comporta una serie di modificazioni a carico dell’organismo materno, cambiamenti che nell’ultimo trimestre di gravidanza sono maggiormente evidenti.
L’utero, inizialmente lungo 6-7 cm, a termine di gravidanza misura circa 30 cm; anche il peso si modifica in proporzione, passando dai 50-60 grammi prima della gravidanza a 1000-1500 grammi a termine (ha una capacità di 500-1000 volte maggiore). Il bambino infatti, durante la sua crescita fisiologica, ha bisogno di uno spazio adeguato.
La cervice, a gravidanza avanzata, in risposta alle aumentate contrazioni preparatorie indolori (contrazioni di Braxton Hicks), va incontro ad un processo di “maturazione”, diventa più molle e di consistenza pastosa.
Nel terzo trimestre, poi, compare spesso un certo grado di apatia, svogliatezza, affaticamento; la donna tende a fare maggior affidamento sul marito o sui familiari nello svolgimento delle varie incombenze domestiche e nel prendere decisioni. Nelle ultime settimane, talvolta, ricompare l’ansia soprattutto nei confronti del parto.

IL FETO NELLE ULTIME SETTIMANE DI GRAVIDANZA
Dopo la 24ma settimana il feto è “vitale”, cioè ha probabilità di sopravvivenza in caso di parto prematuro. Alla 30ma settimana la lunghezza dalla testa al podice è di circa 24 cm. Il peso è di circa 1400 grammi. Per chi lavora occorre ora redigere il certificato d’astensione obbligatoria dal lavoro (riguarda il tempo che intercorre tra i due mesi che precedono la presunta data del parto e i tre mesi successivi alla nascita del bambino; in alternativa, e su precisa certificazione ostetrica, la futura mamma può astenersi dall'attività lavorativa anche da un mese prima a quattro mesi dopo il parto).
Dalla 31ma alla 36ma settimana il feto può già mettersi in posizione, a testa in giù. Tuttavia, se podalico, può sempre girarsi spontaneamente anche nelle ultime settimane. È importante controllare che il feto si muova (minimo 10 movimenti dalla mattina alla sera, ma solitamente sono molti di più), che le contrazioni non diventino frequenti o dolorose, e che non vi siano perdite di liquido amniotico dalla vagina.
All’inizio del nono mese il feto compie i primi movimenti respiratori anche se nei suoi polmoni non c’è aria. Se la testa del bambino scende nella pelvi (di solito dopo la 38ma settimana), anche la pancia della mamma si “abbassa”. Alla 40ma settimana il bambino è lungo circa 50 cm e pesa, mediamente, 3500 grammi.

GLI ESAMI CONSIGLIATI IN QUESTO PERIODO
Nell’ultimo trimestre di gravidanza andrebbero effettuati i seguenti esami:
• Esame delle urine (tra la 24ma e la 27ma, tra la 28ma e la 32ma e tra la 38ma e la 40ma settimana).
• A 24 settimane si consiglia di eseguire la curva glicemica breve, che consiste in: prelievo di base (con valutazione della glicemia a digiuno), assunzione di 50 grammi di glucosio diluiti in acqua e secondo prelievo a distanza di un’ora (con valutazione della glicemia). La curva breve è alterata quando i valori sono superiori a 95-140 mg/dl. Questo test serve per diagnosticare precocemente uno stato di intolleranza agli zuccheri o il diabete gestazionale.
• Ecografia ostetrica (alla 30-32a settimana, intorno alla 34-36 settimana, a discrezione del proprio ginecologo, e tra la 40ma e la 41ma settimana).
• Emocromo (tra la 28ma e la 32ma e tra la 33ma e la 37ma settimana).
• HbsAg: ricerca dell’antigene del virus epatite B (tra la 33ma e la 37ma settimana).
• Anti HCV: ricerca di anticorpi per il virus dell'epatite C (tra la 33ma e la 37ma settimana).
• Ricerca per streptococco gruppo B (GBS): tampone vaginale e rettale tra la 35ma e la 37ma settimana per ricerca dello streptococco ß-emolitico di gruppo B (GBS). L’eventuale positività va trattata mediante una profilassi antibiotica al momento del travaglio di parto, per prevenire le infezioni neonatali da GBS. L’infezione da streptococco ß-emolitico di gruppo B rappresenta un’importante causa di morbosità e mortalità neonatale. Dal 10 al 30 per cento delle donne in gravidanza risulta colonizzato da GBS a livello vaginale o intestinale in maniera asintomatica. La trasmissione verticale avviene prevalentemente al momento del travaglio e del parto.
• Cardiotocografia (NST) tra la 40ma e la 41ma settimana: test per monitorare il battito cardiaco del bambino e l’attività contrattile della muscolatura uterina. Tale registrazione è possibile tramite l'applicazione di due trasduttori sull'addome materno e permette di valutare lo stato di benessere fetale e la presenza o meno di contrazioni uterine. Va eseguito a giorni alterni fino a 42 settimane.
Se la donna non partorisce entro le 42 settimane di gestazione, prenderà appuntamento per un ricovero ordinario per un’eventuale induzione. In alcuni centri viene tuttora attuata una politica di attesa vigile (controlli clinici e strumentali periodici) e perciò non s’induce il travaglio.

LA GRAVIDANZA OLTRE IL TERMINE
Il protrarsi della gestazione oltre la data prevista per il parto è un fenomeno comune. Nel 10 per cento circa delle gravidanze si superano le 42 settimane di gestazione; si parla in questo caso di gravidanza protratta. I rischi per la mamma e per il bambino possono essere in questo caso lievemente maggiori:
• La struttura della placenta può invecchiare e non essere più in grado di soddisfare le richieste fetali.
• Il liquido amniotico tende a diminuire perché prodotto in quantità minore.
• Il bambino continua a crescere e può diventare più grande della norma e creare problemi al momento del parto.
Per tali ragioni, allo scadere delle 40 settimane si attua un monitoraggio più stretto del benessere materno-fetale tramite tracciato cardiotocografico o CTG, ecografia e visite ostetriche ravvicinate. Allo scadere delle 42 settimane, poi, si preferisce indurre farmacologicamente il travaglio tramite l’applicazione di prostaglandine a livello della cervice o vagina.

LA PANCIA PESA: COME PREVENIRE IL MAL DI SCHIENA
Il mal di schiena è la conseguenza della nuova posizione che le gravide tendono ad assumere a partire dalla 22ma-24ma settimana di gestazione a causa dell’aumento di volume dell’utero. La donna tende sempre più ad assumere una postura con le spalle all’indietro (lordosi della colonna vertebrale). Tutto il carico sulla colonna si modifica e le articolazioni e i legamenti si schiacciano. A volte il mal di schiena può essere accompagnato anche da dolore da compressione del nervo sciatico che si irradia ai glutei e alle gambe (sciatalgia). Quindi per prevenire il mal di schiena sarebbe bene:
• Riposare su un letto con fondo sufficientemente rigido;
• Evitare di incavare la schiena quando si sta in piedi;
• Astenersi dal sollevare pesi eccessivi;
• Usare scarpe a pianta larga e tacco basso;
• Dovendo stare sedute, non incurvare mai la schiena ma appoggiarla bene allo schienale;
• Dovendo flettersi per raccogliere qualcosa, piegare le ginocchia e non la schiena.

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