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GRAMMATICA ONLINE


INTRODUZIONE
La grammatica è quella disciplina che ha come oggetto la conoscenza delle regole che servono a far funzionare una lingua. La grammatica, a seconda delle finalità che si assume, può seguire vie diverse. Quella tradizionale e finalizzata all'insegnamento, viene intesa come l'insieme di tutte quelle norme che regolano l'uso di una lingua e il suo scopo è quello di fornire elenchi di forme, di dettare regole e correggere errori. In senso popolare quindi la grammatica è l'arte di parlare e di scrivere senza errori. Questa è la cosiddetta grammatica normativa, cioè una grammatica che espone le forme che si fondano sul modello di lingua che viene proposto dalle persone colte e dalla scuola.

GRAMMATICA ITALIANA
I sostantivi in lingua italiana hanno un genere (maschile o femminile) e due numeri (singolare e plurale). Non c'è declinazione secondo i casi come nel latino. I significati che altre lingue rendono con la declinazione, in italiano sono resi tramite preposizioni o alterazioni dell'articolo che accompagna il sostantivo. Sostantivi privi della forma singolare o della forma plurale vengono detti difettivi (ad esempio: "le nozze"). Sono detti invariabili quelli le cui forme singolare e plurale sono identiche. Le principali desinenze dei nomi:
• Maschili in -o, plurale in -i: libro, libri
• Maschili in -e, plurale in -i: fiore, fiori
• Maschili in -a, plurale in -i: poeta, poeti
• Femminili in -a, plurale in -e: scala, scale
• Femminili in -e, plurale in -i: luce, luci
In generale, sono invariabili in italiano i sostantivi che terminano in vocale accentata (la virtù / le virtù), i sostantivi (quasi tutti di origine straniera) che terminano in consonante (il bar / i bar), i sostantivi che terminano in -i non accentata (il bikini / i bikini, la crisi / le crisi), e diversi sostantivi (perlopiù accorciamenti di altre parole) che terminano in vocale non accentata (il boia / i boia, la moto / le moto).

PLURALI
Esistono alcune regole particolari per i plurali.
• Le parole femminili in -o sono generalmente abbreviazioni, e quindi restano invariabili: la radio, le radio.
• Le parole in -cio e -gio fanno il plurale in -ci e -gi .
• Le parole in -co e -go fanno il plurale in -ci e -gi se l'ultima lettera prima della desinenza è una vocale (l'amico, gli amici), e generalmente in -chi e -ghi se l'ultima lettera prima della desinenza è una consonante (il fungo, i funghi); ma ci sono varie eccezioni a questa regola.
• Le parole in -cia, -gia fanno il plurale mantenendo la i se l'ultima lettera prima della desinenza è una vocale (la camicia, le camicie), e perdendola se è una consonante (la frangia, le frange; la roccia, le rocce).
• Le parole in -cie sono invariabili al plurale (la specie, le specie) con l'eccezione di superficie (le superfici).
• Le parole provenienti da altre lingue, se non italianizzate, sono generalmente invariabili e, generalmente usano la forma che, nella lingua originale, è singolare; il numero è indicato quindi dall'articolo (il film, i film; il computer, i computer). Questo vale anche quando la forma usata è il plurale (il murales, i murales). 

GLI ARTICOLI
Gli articoli in italiano sono di due tipi: indeterminativo ed determinativo. I primi servono ad indicare un elemento generico di un insieme, i secondi ad indicare un elemento specifico di un insieme.
Articoli indeterminativi:
• Maschile singolare: un, uno (davanti a nomi che iniziano per z, gn, x, pn, ps o s impura, cioè seguita da una consonante)
• Femminile singolare: una, un' (davanti a nomi che iniziano per vocale)
Non esiste una forma plurale vera e propria; per essa si ricorre all'articolo partitivo maschile (degli) o femminile (delle). Uni e une compaiono solo in frasi idiomatiche (gli uni e gli altri).
Articoli determinativi:
• Maschile singolare: il, lo (davanti a nomi che iniziano per z, gn, x, pn, ps, o s impura; eliso in l' davanti a nomi che iniziano per vocale)
• Femminile singolare: la (eliso in l' davanti a nomi che iniziano per vocale)
• Maschile plurale: i, gli (davanti a nomi che iniziano per z,x, gn, pn, ps o s impura)
• Femminile plurale: le
La tendenza attuale è quella di usare un e il anche con i nomi che iniziano per pn: "il pneumatico" è, nel linguaggio familiare, molto più comune di "lo pneumatico", ed è anche ormai accettato nelle grammatiche più recenti.
L'elisione di gli davanti a parola che inizia per i, e di le davanti a parola che inizi per e ("gl'italiani", "l'erbe") è ormai considerata arcaica. Viceversa nel linguaggio burocratico e legale si tende a non elidere la davanti a vocale: "la espressione".

LE PREPOSIZIONI
Le preposizioni in italiano sono di, a, da, in, con, su, per, tra, fra; anche sopra e sotto possono fare da preposizioni in alcuni casi.Le preposizioni possono anche essere unite agli articoli determinativi, e formare le preposizioni articolate (le altre si dicono anche semplici). Non tutte le combinazioni preposizione-articolo sono ammesse, come si può vedere dalla tabella sottostante.

DI del dello della dei degli delle
A al allo alla ai agli alle
DA dal dallo dalla dai dagli dalle
IN nel nello nella nei negli nelle
CON col collo colla coi cogli colle
SU sul sullo sulla sui sugli sulle
PER pel     pei    

Pel e pei non sono più in uso dalla prima metà del 1900; anche l'uso delle preposizioni articolate formate da con e articolo è in regresso.

PRONOMI
A differenza di altre lingue, come ad esempio nel francese e nell'inglese, il pronome personale soggetto in italiano è facoltativo e viene normalmente omesso. Viene espresso esplicitamente quando si desidera enfatizzare il soggetto o quando occorre risolvere ambiguità davanti a voci verbali identiche (le tre persone singolari del congiuntivo presente).

PERSONA SOGGETTO OGGETTO DATIVO DATIVO(1) RIFLESSIVO RIFLESSIVO(1)
1a singolare io me mi me mi me
2a singolare tu te ti te ti te
3a singolare maschile egli, lui (3), esso (2) lo gli glie-(5) si se
3a singolare femminile ella, lei (3), essa (2) la le glie-(5) si se
1a plurale noi ci ci ce ci ce
2a plurale voi vi vi ve vi ve
3a plurale maschile (4) essi, loro (3) li gli, loro glie-(5) si se
3a plurale femminile esse, loro (3) li gli, loro glie-(5) si se
impersonale si -- -- -- ci ce

(1) forma usata quando il pronome è seguito da un pronome oggetto
(2) usato per soggetti inanimati
(3) forma comunemente usata
(4) usata anche per plurali di gruppi misti
(5) non si trova isolata, ma sempre unita all'altro pronome: "glielo dico".


In italiano la forma di cortesia è la 3a persona singolare femminile, a volte scritta in maiuscolo (Lei).

AGGETTIVI
Gli aggettivi in italiano possono avere due generi (maschile e femminile) e due numeri per ciascun genere (singolare e plurale). Le desinenze più frequenti sono le seguenti

Aggettivo singolare plurale
maschile -o
-e
-i
-i
femminile -a
-e
-e
-i

Esistono anche aggettivi invariabili, che cioè non concordano con il sostantivo a cui si riferiscono, come ad esempio alcuni aggettivi di colore(la penna rosa- le penne rosa), e le parole straniere (atteggiamento dandy- un gruppo di persone dandy).

AGGETTIVI POSSESSIVI
A differenza di quanto accade in altre lingue, in italiano l'aggettivo possessivo è normalmente accompagnato da un articolo; tale articolo manca, invece, laddove mancherebbe anche in assenza del possessivo («è sua abitudine» corrisponde a «è abitudine di X»; diversamente, «è la sua abitudine» corrisponde a «è l'abitudine di X»).
 
Persona Maschile singolare Femminile singolare Maschile plurale Femminile plurale
1a singolare mio mia miei mie
2a singolare tuo tua tuoi tue
3a singolare suo sua suoi sue
1a plurale nostro nostra nostri nostre
2a plurale vostro vostra vostri vostre
3a plurale loro loro loro loro

In italiano gli aggettivi possessivi della 3a persona singolare concordano in genere e numero con l'oggetto posseduto e non con il soggetto possessore; la 3a persona singolare è anche quella usata nelle forme di cortesia. Caso particolare è costituito dai nomi di parentela. L'articolo viene omesso quando il nome non presenta alterazioni o valenze affettive (mio padre, mia madre, mia figlia, mio nonno, mio zio...). È invece obbligatorio con i nomi alterati (la mia nonnina, il mio fratellino, il mio cuginetto...) o affettivi (il mio papà, la mia mamma). Deve essere usato anche con i plurali (le nostre madri, i vostri nonni). Ogni aggettivo possessivo viene convertito nel corrispondente pronome possessivo facendolo precedere dall'articolo che concorda con esso per genere e numero.

VERBI
I verbi in italiano si coniugano per persona (1a, 2a o 3a), per numero (singolare o plurale), per tempo (presente, passato, futuro) e per modo (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo, infinito, gerundio e participio). A differenza di altre lingue (ad esempio dell'inglese o del francese) non è obbligatorio porre prima del verbo il pronome personale soggetto dato che le desinenze tra le diverse persone utilizzate nella coniugazione solo raramente permettono ambiguità. La forma negativa del verbo (in tutti i modi, tranne che per la seconda persona singolare dell'imperativo) si ottiene facendolo precedere da non.
La forma interrogativa del verbo è identica a quella affermativa; l'interrogazione viene resa tramite il tono della voce, ascendente sul finire del periodo.
I tempi possono essere semplici o composti, questi ultimi sono tempi formati da un verbo ausiliare (declinato per persona, numero e modo) seguito dal participio passato del verbo.
• Il verbo ausiliare è avere nelle frasi attive quando il verbo è transitivo
• Il verbo ausiliare è essere nelle frasi attive quando il verbo è intransitivo o riflessivo
• Il verbo ausiliare è essere nelle frasi passive:
Questo verbo (essere) può essere sostituito da venire quando la frase descrive un'azione nel suo svolgersi
viene sostituito da andare quando la frase esprime un obbligo od una prescrizione
La forma di cortesia è quella della 3a persona singolare, la stessa forma è usata per il pronome impersonale si.

MODO INFINITO
Si usa nelle proposizioni subordinate quando il soggetto della proposizione subordinata è lo stesso di quello della proposizione principale.
Si usa inoltre come forma di imperativo gentile nel dare istruzioni.
Si usa infine, preceduto da non, come negazione della seconda persona singolare dell'imperativo presente.
Le coniugazioni principali sono tre: -are, -ere, -ire, ma vi sono molti verbi dalla coniugazione irregolare.

MODO INDICATIVO
Si usa per esprimere condizioni oggettive, stati di fatto, affermazioni. Ci sono quattro tempi semplici: presente, imperfetto, passato remoto e futuro semplice; e tre tempi composti. Il passato prossimo si costruisce con il presente dell'ausiliare unito al participio passato ("ho parlato - sono caduto); il trapassato remoto si costruisce con il passato remoto dell'ausiliare unito al participio passato ("ebbi parlato - fui caduto); il futuro anteriore si costruisce con il futuro semplice dell'ausiliare unito al participio passato ("avrò parlato - sarò caduto).

Presente -are -ere -ire
io -o -o -o / -isco
tu -i -i -i / -isci
lui, lei -a -e -e / -isce
noi -iamo -iamo -iamo
voi -ate -ete -ite
loro -ano -ono -ono / -iscono
 
Imperfetto -are -ere -ire
io -avo -evo -ivo
tu -avi -evi -ivi
lui, lei -ava -eva -iva
noi -avamo -evamo -ivamo
voi -avate -evate -ivate
loro -avano -evano -ivano

Passato Remoto -are -ere -ire
io -ai -ei, -etti(1) -ii
tu -asti -esti -isti
lui, lei -é, -ette(2)
noi -ammo -emmo -immo
voi -aste -este -iste
loro -arono -erono, -ettero(3) -irono

(1) per molti verbi della seconda coniugazione la desinenza è -i, ma cambia la radice del verbo. (cadere > caddi; scrivere > scrissi; tenere > tenni; etc.)
(2) per molti verbi della seconda coniugazione la desinenza è -e, ma cambia la radice del verbo. (cadere > cadde; scrivere > scrisse; tenere > tenne; etc.)
(3) per molti verbi della seconda coniugazione la desinenza è -ero, ma cambia la radice del verbo. (cadere > caddero; scrivere > scrissero; tenere > tennero; etc.)

Futuro Semplice -are -ere -ire
io -erò -rò -irò
tu -erai -rai -irai
lui, lei -erà -rà -irà
noi -eremo -remo -iremo
voi -erete -rete -irete
loro -eranno -ranno -iranno

MODO CONGIUNTIVO
Si usa nelle proposizioni subordinate per esprimere ipotesi o dubbi quando il soggetto della proposizione subordinata è diverso da quello della proposizione principale. I tempi presente e imperfetto sono semplici, quelli perfetto e piuccheperfetto composti. Questi ultimi sono formati rispettivamente con il congiuntivo presente e quello imperfetto del verbo ausiliare (essere o avere) seguiti dal participio passato del verbo: esempio: "io abbia parlato - io sia caduto"; "io avessi parlato - io fossi caduto".

Presente -are -ere -ire
io -i -a -a / -isca
tu -i -a -a / -isca
lui, lei -i -a -a / -isca
noi -iamo -iamo -iamo
voi -iate -iate -iate
loro -ino -ano -ano / -iscano
 
Imperfetto -are -ere -ire
io -assi -essi -issi
tu -assi -essi -issi
lui, lei -asse -esse -isse
noi -assimo -essimo -issimo
voi -aste -este -iste
loro -assero -essero -issero

MODO CONDIZIONALE
Si usa per esprimere desideri e a seguito di proposizioni ipotetiche introdotte da se + congiuntivo. Ha due tempi: uno semplice, il presente, e uno composto, il passato, formato dal condizionale presente del verbo ausiliare unito al participio passato del verbo; ad esempio, "io avrei parlato, io sarei caduto".
 
Presente -are -ere -ire
io -erei -erei -irei
tu -eresti -eresti -iresti
lui, lei -erebbe -erebbe -irebbe
noi -eremmo -eremmo -iremmo
voi -ereste -ereste -ireste
loro -ebbero -ebbero -ebbero

Alcuni verbi irregolari:
• andare -> andrei, andresti...
• avere -> avrei, avresti...
• bere -> berrei, berresti...
• dare -> darei, daresti...
• dire -> direi, diresti...
• dovere -> dovrei, dovresti...
• essere -> sarei, saresti...
• fare -> farei, faresti...
• potere -> potrei, potresti...
• rimanere -> rimarrei, rimarresti...
• sapere -> saprei, sapresti...
• stare -> starei, staresti...
• tenere -> terrei, terresti...
• venire -> verrei, verresti...
• vivere -> vivrei, vivresti...
• volere -> vorrei, vorresti...

MODO IMPERATIVO
Si usa per impartire ordini e istruzioni. Rifiuta sempre il pronome personale soggetto.

Imperativo -are -ere -ire
2a pers. sing. -a -i -i
2a pers. plur. -ate -ete -ite

Si usa per impartire ordini e istruzioni. Rifiuta sempre il pronome personale soggetto.
Per le persone diverse dalla seconda singolare e plurale, viene usata la corrispondente voce del congiuntivo (congiuntivo esortativo).
 
MODO GERUNDIO
Si usa con il verbo "stare" per la costruzione di frasi progressive ("sto andando a Roma", quindi sono in viaggio), oppure al posto di una frase subordinata ("vedendo il sole, uscì). Esiste il gerundio presente, un tempo semplice, e il gerundio passato, tempo composto formato dal gerundio presente dell'ausiliare e dal participio passato del verbo: "avendo parlato - essendo caduto".
 
-are -ere -ire
-ando -endo -endo

MODO PARTICIPIO
Il participio presente si usa principalmente con funzione attributiva. Il participio passato si usa con i verbi ausiliari per la costruzione dei tempi composti.
 
Participio -are -ere -ire
presente -ante -ente -ente
passato -ato -uto -ito

Nelle frasi passive il participio passato viene declinato come un aggettivo in modo da concordare per genere e numero con il soggetto della frase.

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