FOOTBALL CLUB INTERNAZIONALE MILANO
Proseguiamo a viaggiare tra i club calcistici di
Serie A: e andiamo a Milano, con la squadra
della FC Inter, sostenuta con particolare calore dai
suoi tifosi. È stata fondata il 9 marzo 1908 a
seguito di una scissione con il Milan. Ad oggi è
l'unica squadra italiana ad aver sempre militato nel
Campionato di Serie A. La squadra, che si
contraddistingue dai classici colori sociali nero e
azzurro, si allena nei campi del centro sportivo
"Angelo Moratti", meglio noto come "La Pinetina", di
Appiano Gentile, nei pressi di Como. Le principali
rivali dell'Inter sono Milan e Juventus, con le
quali forma peraltro "l'asse storica" del calcio
italiano. In campo internazionale va evidenziata una
particolare rivalità con il Real Madrid, con la
quale tuttavia si hanno ottimi rapporti. Secondo una
ricerca statistica Doxa aggiornata all'aprile 2006,
l'Inter è la 2ª società calcistica con più tifosi
d'Italia dopo la Juventus. Si dichiara infatti
interista circa il 22% dei tifosi italiani pari
quasi a 6 milioni.
LE ORIGINI
Il Football Club Internazionale Milano nasce la sera
del 9 marzo 1908 da una costola di 43 dissidenti del
preesistente Milan Football and Cricket Club il
quale, in seguito al divieto di far giocare
calciatori stranieri, aveva deciso di non
partecipare a nessun torneo nazionale. Il nome
scelto per la nuova squadra vuole simboleggiare la
volontà cardine della società: dare la possibilità a
giocatori non italiani di vestire questa maglia.
Tutt'ora l'Inter è la squadra italiana con il
maggior numero di tesserati stranieri. Nel 1919/20
vince il primo Scudetto del dopoguerra vincendo 3-2
la Finale contro il Livorno. Presidente è Francesco
Mauro, allenatore invece è Nino Resegotti.
L'AMBROSIANA INTER
Allo Scudetto segue un lungo periodo anonimo,
segnato solo da una retrocessione evitata per un
soffio e, dopo molti piazzamenti di media classifica
nei Gironi interregionali, da un quinto posto nel
1926/27. Con l'arrivo del fascismo, l'Inter si vede
costretta a cambiare ragione sociale: il Partito non
apprezza infatti il nome "Internazionale", che non
rispetta la tradizionale italianità promossa dalla
linea di governo. Nell'estate del 1928, sotto la
guida del presidente Senatore Borletti, l'F.C.
Internazionale si fonde con l'Unione Sportiva
Milanese, muta nome e casacca e diviene "Società
Sportiva Ambrosiana", con tenuta bianca
rossocrociata e segnata dal fascio littorio. La
squadra conquista il terzo Scudetto in occasione del
primo Campionato a girone unico senza suddivisioni
geografiche, la Serie A del 1929/30. Dopo un quinto
posto nel 1930/31 c'è aria di cambiamento e ottiene
dalla FIGC il permesso per assumere la denominazione
di Ambrosiana-Inter. Lo stravolgimento societario
non porta però risultati, che si limitano a un
deludente sesto posto. L'Ambrosiana-Inter torna in
auge nel 1937/38, spuntandola nella corsa allo
Scudetto su Juventus e Milan solo all'ultima
giornata. Protagonista del trionfo nerazzurro il
centravanti Giuseppe Meazza, che si laurea Campione
del Mondo per la seconda volta. La squadra così
rinnovata arriva terza in Serie A e vince la sua
prima Coppa Italia nel 1938/39. Otto giorni prima
dell'entrata in guerra dell'Italia arriva l'ultimo
Tricolore sotto la denominazione di
Ambrosiana-Inter. Nonostante l'idolo della folla
Meazza sia bloccato per l'intera stagione da una
grave vasocostrizione al piede, i nerazzurri
dirigono autorevolmente il Campionato 1939/40,
vincendo e festeggiando lo Scudetto sul neutro di
San Siro, campo del Milan scelto perché il numero di
spettatori era superiore alla capienza massima
dell'Arena Civica, lo stadio in cui giocava l'Ambrosiana-Inter.
IL SECONDO DOPOGUERRA
Dopo la caduta del regime fascista, il 27
ottobre 1945 il presidente Masseroni annuncia con
toni gloriosi che l'Ambrosiana torna a chiamarsi
solo Internazionale. L'Inter saluta questo storico
avvenimento senza fare faville, e alterna brillanti
prestazioni ad altre ben più fiacche. Si arriva nel
1953, il nuovo allenatore è il Dottor Alfredo Foni,
un precursore del catenaccio. La nuova impostazione
di gioco non piace alla critica, ma sbaraglia gli
avversari all'insegna del "prima non prenderle": l'Inter
è Campione d'Italia. In seguito alle pesanti
critiche riguardo al gioco troppo difensivistico,
nella stagione successiva Foni decide di proporre un
modello di calcio più estroso e aggressivo. In un
Campionato in cui tutti i nerazzurri hanno il loro
momento di gloria, l'Inter si impone in volata e,
davanti alla Juve per un solo punto, è Campione
d'Italia 1953/54. Nel 1954 il presidente e patron
Carlo Masseroni è ormai appagato dalle vittorie in
Serie A e inizia una lunga trattativa con il
petroliere Angelo Moratti per la cessione della
società.
LA GRANDE INTER DI ANGELO MORATTI
Sabato 28 maggio 1955, il nuovo presidente e
patron dell'Inter è Angelo Moratti, che acquista la
società da per 100 milioni. Nell'estate del 1960
Moratti getta le basi di quella che sarà la Grande
Inter: in panchina si siede il "Mago" Helenio
Herrera e dietro la scrivania l'esperto uomo di
calcio Italo Allodi. Herrera rivoluziona l'Inter
stravolgendo le tattiche e trasformando Picchi in
efficace libero, ma non manca di portare il suo
estro nel calcio italiano con l'invenzione del
"ritiro". Lo Scudetto 1960/61 va alla Juventus fra
le polemiche: durante lo scontro diretto con l'Inter,
seconda classificata, la partita è interrotta da
un'invasione di campo di tifosi bianconeri. L'Inter
vince 0-2 d'ufficio, ma la FIGC (presieduta da
Umberto Agnelli) contesta la decisione, delibera che
l'invasione non avrebbe condizionato lo svolgimento
della gara e ne ordina la ripetizione al termine del
Campionato. L'Inter risponde mandando a Torino la
Primavera, che perde 9-1 e chiude al terzo posto.
Durante il periodo di mercato la chiacchierata vita
amorosa di Angelillo porta il severo Herrera a
ordinarne la cessione. Il "Mago" poi chiede e
ottiene, per la cifra record di 250 milioni, il
Pallone d'oro del Barcellona e già Campione d'Europa
Luis Suárez. Secondo l'allenatore è il regista
adatto ai nuovi meccanismi di gioco, ma un repentino
infortunio lo costringe però a rinunciarvi nei primi
due mesi del Campionato 1961/62, che l'Inter chiude
in seconda posizione. Si mettono però in evidenza i
gioielli del vivaio, su tutti Giacinto Facchetti,
Gianfranco Bedin e Sandro Mazzola. Al terzo anno il
"Mago" Herrera azzecca gli acquisti che, uniti ai
vecchi colpi di mercato, ai giovani ormai affermati
e al talento di Mario Corso, trascinano l'Inter
verso la gloria. La squadra parte lenta, ma si
riprende a metà Campionato e vince quasi tutti gli
scontri diretti, e proietta i nerazzurri verso lo
Scudetto 1962/63. La vittoria in Serie A qualifica
l'Inter in Coppa dei Campioni. In Europa la
cavalcata è trionfale: eliminando l'Everton , il
Monaco, il Partizan e il Borussia Dortmund,
raggiungendo la Finale contro il Real Madrid. Si
gioca a Vienna il 27 maggio 1964 e l'Inter si impone
per 3-1 con doppietta di Mazzola e rete di Milani.
Il club Campione d'Europa si fa valere altrettanto
nella Serie A 1963/64, ma con esiti meno fausti. A
fine Campionato Inter e Bologna sono appaiate a 54
punti, e lo Scudetto deve essere deciso sul neutro
di Roma: nell'unico spareggio per il primo posto
della storia, il Bologna vince 2-0. La nuova
Stagione inizia con un importante trofeo: la Coppa
Intercontinentale. Il cattivo inizio con la
sconfitta 1-0 in Argentina è appianato da un 2-0 a
Milano. La vincente fra i nerazzurri e l'Independiente
deve essere determinata il 26 settembre sul neutro
di Madrid, dove l'Inter batte gli avversari con un
1-0 laureandosi Club Campione del Mondo per prima in
Italia. In Campionato l'inizio non è dei migliori,
però con una rimonta durata due mesi l'Inter vince
lo Scudetto. Nel frattempo prosegue il cammino in
Coppa dei Campioni arrivando fino alla finale che
per l'Inter si gioca in casa, ma la vittoria non è
così scontata ma i nerazzurri sono i nuovi Campioni
d'Europa. Il 1965/66 si apre di nuovo sotto il segno
di un'importante vittoria. In Coppa
Intercontinentale i Campioni d'Europa affrontano
ancora una volta l'Independiente, senza però dover
ricorrere allo spareggio. In Campionato gli
avversari sono tanti, ma nessuno si fa abbastanza
valere, e l'Inter guadagna in anticipo la certezza
matematica della Stella sul petto, simbolo di dieci
Scudetti.
L'INTER DEI RECORD
Il 1967 è un anno dove in meno di una settimana l'Inter
passa dal Paradiso all'inferno. In pochi giorni l'Inter
perde dapprima la finale di Coppa dei Campioni 2-1
contro il Celtic Glasgow e meno di una settimana
dopo è la volta della sconfitta a Mantova per 1-0
durante l'ultima Giornata di Campionato, che costa
sorpasso e Scudetto in favore della Juventus. Nel
1968 il "Presidentissimo" passa la mano e diventa
presidente Ivanoe Fraizzoli. Sotto la sua gestione
arriva l'undicesimo Scudetto nel 1971, la seconda
Coppa Italia nel 1978 ed il dodicesimo Scudetto nel
1980, gli ultimi due con allenatore Eugenio
Bersellini. Poco dopo, nel 1984 tocca al nuovo
presidente Ernesto Pellegrini riorganizzare la
squadra per centrare nuovi successi e nella stagione
1988/89 riesce ad allestire una squadra da record: è
l'anno dei tedeschi Lothar Matthäus e Andreas Brehme
e del record di punti, 58, con 26 vittorie, 6
pareggi e 2 sconfitte. Tale risultato risultato non
è mai stato eguagliato nella Serie A a 18 squadre.
La stagione successiva l'Inter si aggiudica la
Supercoppa Italiana e nel 1991 a distanza di 26 anni
dall'ultimo successo europeo arriva la Coppa Uefa
battendo in finale un'altra squadra italiana, la
Roma. Nel 1994 è ancora Coppa Uefa battendo il
Casino Salisburgo nella doppia sfida.
L'INTER DI MASSIMO MORATTI
Nel febbraio del 1995 la squadra torna nelle mani
della famiglia Moratti: è infatti Massimo Moratti
figlio del "Presidentissimo" a prenderne le redini,
ma i risultati faticano ad arrivare. Nel 1997 la
squadra perde la doppia finale di Coppa UEFA contro
lo Schalke 04, ma recupera l'anno seguente con la
terza vittoria in quella stessa competizione ai
danni della Lazio al Parco dei Principi di Parigi.
In campo c'è Ronaldo, che però non basta per vincere
nello stesso anno il campionato: in un torneo dagli
animi tesi a causa di dubbie decisioni arbitrali, la
Juventus si aggiudica la Serie A in seguito alla
decisiva vittoria per 1-0 nello scontro diretto di
Torino, reso celebre dall'invasione in campo
dell'allenatore dell'Inter Gigi Simoni a seguito di
un contatto in area tra Mark Iuliano e Ronaldo,
giudicato non falloso dall'arbitro Ceccarini.
Clamoroso è l'esito della stagione 2001/02. Sembra
finalmente arrivato per l'Inter il tanto agognato
Scudetto, invece è ancora la Juventus a far svanire
i sogni tricolori dei milanesi. L'ultima
giornata si disputò il 5 maggio 2002. A Roma già si
respira l’aria della festa-scudetto e persino i
tifosi laziali tifano per la squadra nero-azzurra.
La Juventus vince facilmente a Udine per 2-0 e l'Inter
cade clamorosamente contro la Lazio. Dopo essere
stata in vantaggio perderà la partita per 4-2. Il 15
giugno 2005 l'Inter torna a conquistare un trofeo,
vincendo la sua quarta Coppa Italia dopo aver
battuto in finale la Roma. Lo stesso anno si
aggiudica la seconda Supercoppa Italiana della sua
storia. L'annata 2005/06 vede la Coppa Italia vinta
per la seconda volta consecutiva, ma un deludente
cammino in campionato, arrivata solo terze ed in
champions league, eliminata ai quarti di finale. A
seguito dello "scandalo Calciopoli", il 26 luglio
2006 il Commissario Straordinario della FIGC Guido
Rossi, ha assegnato all'Inter il quattordicesimo
Scudetto della sua storia, proclamandola Campione
d'Italia in seguito alla retrocessione della
Juventus e ai 30 punti di penalizzazione inflitti al
Milan dalla Corte Federale. La società ha assunto una
linea celebratrice dello Scudetto, riassunta
dall'opinione del Presidente Facchetti il quale ha
ribattezzato il trofeo Scudetto della correttezza.
La tifoseria ha assunto diverse posizioni ma, salvo
alcuni gruppi ultras, anch'essa è generalmente
soddisfatta per il titolo vinto d'ufficio. L'anno
seguente l'Inter, dopo aver vinto la supercoppa
contro la Roma, domina in campionato, vincendolo con
diverse giornate di anticipo e stabilendo diversi
record fra cui quello dei 97 punti conquistati.
Quella che si appresta ad affrontare con in panchina
Roberto Mancini è una delle stagioni più competitive
della storia, ma l'Inter parte da favorita e punta
anche alla vittoria finale in champions league. DATI SOCIETARI E
STATISTICHE
Nome: Inter
Nome esteso: Football Club Internazionale Milano
Anno di fondazione: 1908
Città: Milano
Indirizzo: Via Durini n.24, 20122 Milano
Telefono: 02.77151
Fax: 02.781514
Web:
www.inter.it
Calciatori:
Prima Squadra
Colori sociali: Nero Azzurro
Divisa: Maglia nero azzurra, pantaloncini e
calzettoni neri
Immagini:
Wallpaper
Inno: Ascolta
o Scarica
Scudetti: 15 (1910, 1920, 1930, 1938, 1940, 1953,
1954,1963, 1965, 1966, 1971, 1980, 1989, 2006)
Trofei nazionali: 5 Coppe Italia (1939, 1978, 1982,
2005, 2006, 2007) e 3 Supercoppe Italiane
Champions League: 2 (1964, 1965)
Coppe UEFA: 3 (1991, 1994, 1998)
Coppe Intercontinentali: 2 (1964, 1965)
LO STADIO GIUSEPPE MEAZZA
Lo Stadio “Giuseppe Meazza” è lo stadio di calcio
della città di Milano ed ospita le partite
casalinghe delle due squadre di calcio cittadine, il
Milan e l’Inter. È noto principalmente con il nome
di San Siro per via del quartiere milanese nel quale
è stato costruito, che prese tale nome a sua volta
da una ormai scomparsa piccola chiesa dedicata a
quel Santo. Tale, in effetti, fu il suo nome fino al
1980, anno in cui fu intitolato a Giuseppe Meazza,
storico calciatore dell’Inter e campione del mondo
con la nazionale italiana di calcio nel 1934 e nel
1938.
Nome: Stadio Giuseppe Meazza
Indirizzo: Via Piccolomini n.5, 20151 Milano
Telefono: 02.48700457
Capacità spettatori: 85847
Inizio costruzione: 1925
Inaugurazione: 1926
Superficie terreno: Erba
Dimensioni del terreno 105 m x 68 m
Struttura: Pianta quadrata
Copertura: Tutti i settori
Immagini:
Foto o
Mappa
Sito ufficiale:
Sansiro.net
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